Benvenuto del Presidente
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Le Minoranze Linguistiche sono come l’arcobaleno composto da tanti colori, ogni minoranza linguistica è paragonabile ad un colore che abbellisce e dà significato ad cielo che altrimenti sarebbe di un solo grande monotono grigio.
“VATRA ARBËRESHE” di Chieri, la minoranza linguistica Arbëreshe in Piemonte , è un colore dell’arcobaleno, che insieme alle altre minoranze linguistiche in Piemonte serve ad abbellire il cielo della maggioranza; “VATRA ARBËRESHE” di Chieri è parte della grande tavolozza del pittore PIEMONTE.
Fuori dalla metafora, “VATRA ARBËRESHE” di Chieri che idealmente rappresenta la minoranza linguistica Arbëreshe del Piemonte, ha come precisi obiettivi il mantenimento delle proprie peculiarità culturali linguistiche e storiche, nonché l’interagire con altre minoranze linguistiche storiche, al fine di affrontare insieme le tematiche legate ad una non auspicabile omologazione, con conseguente perdita della cultura originaria.
Gli studi condotti da “VATRA ARBËRESHE” sulle lingue antiche e sulle origini, dimostrano, come quelle che ora sono lingue differenti e minoranze, hanno una origine e matrice comune. “VATRA ARBËRESHE” con gli studi condotti sul tema, dimostra che le Minoranze Linguistiche, quando tutelate, uniscono ed arricchiscono i popoli, perché esse sono il substrato sul quale nascono gli Stati.
Prossimamente, l’Associazione “VATRA ARBËRESHE” di Chieri, sempre in relazione al tema “Lingue di minoranza”, dimostrerà come la lingua arbëreshe, che comunemente si pensa come lingua non “autoctona” del Piemonte, è invece idioma che già da epoca preromana è intrinseco del territorio ora chiamato Piemonte.
L’associazione “VATRA ARBËRESHE” di Chieri, dopo una lunga “gestazione” è nata nel maggio 2000: “Vatra” viene letteralmente tradotto in “focolare”, pertanto letteralmente vuol significare “Il focolare degli Arbëreshë”.
Nell’associazione si ritrovano gli italiani arbëreshë, che secondo studi etnico-linguistici sono discendenti degli Illiri.
Nel XV secolo, gli antenati degli attuali arbëreshë d’Italia, guidati dal loro condottiero “Giorgio Castriota Skanderbeg”, dopo aver combattuto a difesa della cristianità per 25 anni contro l’invasione Ottomana dei Balcani, solo allla capitolazione dell’Albania avvenuta dopo la sua morte, si trasferirono in quelli che allora erano: il Regno di Napoli, la Repubblica di Venezia e in diversi altri insediamenti in Italia.
In Italia, gli arbëreshë prendendo parte alla costruzione dell’attuale contesto italiano, hanno espresso personaggi di tutto rilievo, tra i quali: Papa Clemente XI, Antonio Gramsci, Francesco Crispi, Masci ecc..
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE VATRA ARBËRESHE
Prof. Vincenzo Cucci