Nella ricca tradizione albanologa d’Italia, sostenuta da una forte comunità di lingua e cultura albanese, questa nuova serie di studi linguistici e letterari - che la Sezione albanese del Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli si propone di pubblicare con cadenza annuale - intende sta­bilire una comunità di lavoro con gli studiosi albanesi.
Il suo fine più urgente è quello di trarre un bilancio di mezzo secolo di ricerche e d’attività letteraria.
Dopo la seconda guerra mondiale infatti si è avuto in Albania tanto un grande sviluppo di indagini sulla lingua albanese quanto una nuova fioritura letteraria. È tempo dunque di tracciare un quadro d’insieme nell’uno e nell’altro campo.
La linguistica albanese in Albania ha continuato la ricerca stori­ca, fonetica, ortografica e morfosintattica in un’epoca in cui la lin­guistica indoeuropea, nel cui ambito il metodo comparatistico era sorto, si è trovata per molte ragioni in crisi. In effetti prima ancora che K. Brugmann la sistemasse nel suo monumentale Grundriß, J. Schmidt nel 1872 aveva dato una violenta scossa all’edificio schleicheriano dalla quale la comparatistica s’era ripresa con il compromesso d’una correzione di metodo aggiungendo con la teoria delle onde (denominata da uno dei due paragoni con cui J. Schmidt illustrava la sua critica) anche la considerazione dell’espansione orizzontale delle evoluzioni, viste prima solo verticalmente.