Dal 290 a.C. furono insediati ventimila coloni a Venosa, appena conquistata da Roma e, quindi, divenutane piazzaforte militare sul confine meridionale, secondo i consueti criteri politici della Repubblica Romana.
Il nuovo stato coloniale di Venusia venne accompagnato da una intensa organizzazione del suo ager, esteso sino al Vulture e all’Ofanto e occupato per postazioni militari, ma anche e soprattutto per ville e fattorie, per vici e pagi in contrade più remote (come Gaudiano e Leonessa, borgate caratterizzate altresì dalla presenza di strutture paganiche).
Particolarmente significativo era stato il congiungimento della grande strada consolare Appia, avviata a costruzione nel 312 a.C. da Appio Claudio, con l’ammodernamento di preesistenti tronchi di viabilità agro-pastorale.
Per gli studiosi di topografia antica è stato arduo proporre una ricostruzione dei tracciati straboniani ed inquadrarli cronologicamente, soprattutto per definire il terzo lungo tratto dell’Appia che congiungeva Benevento a Venosa, a Taranto e, infine, a Brindisi, per un percorso di 197 mila passuum , corrispondenti a poco più di 290 km.