Descrizione:
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Francesco Antonio Santori nato a S. Caterina Albanese (CS) nel 1819, morì a S. Giacomo di Cerzeto (CS) nel 1894.
Osservatore attento della realtà meridionale, e arbèreshe in particolare, e conoscitore profondo dei comportamenti, infuse alle sue opere una forte carica umana.
Con il Santori la letteratura arbèreshe manifesta il suo aspetto sociale e diventa impegnata: l’autore esprime chiaramente il suo pensiero e la sua posizione nei confronti di chi ha responsabilità sociali e politiche e non ha cura dei problemi della popolazione.
Scopre, in altri termini, quella massa di gente meridionale che vive diseredata, che stenta a sopravvivere, che nasce destinata a sopportare disumane ingiustizie. Da frate, qual era, si sente a fianco di chi soffre e trasmette nelle sue opere espressività popolari, affrontando tematiche tratte dalla vita che vede svolger- glisi intorno. È qui la genesi del suo realismo che si trasforma in espressione popolare anche nel linguaggio e nella poetica: un mondo che brulica, che è sommerso e che desidera emergere gli offre lo spunto, che egli accoglie ed elabora nella sua composizione letteraria. Di questa realtà partecipano anche gli immigrati arbèreshe, della cui vicenda una testimonianza realistica e sofferta è il romanzo Sofìa e Kominìatève - Sofìa Cominiate.

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