Descrizione:
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La prima impressione che suscita la lettura dell’opera di Innocenzo Mazziotti è di apprezzamento per la puntuale indicazione delle fonti e la ricostruzione della storia di un popolo fondata su precisi riscontri dei documenti.
La storiografia sull’argomento, salvo qualche rara eccezione, si è qualificata per l’avarizia delle fonti documentali; la monografia di Mazziotti riempie il vuoto e conquista un ruolo di riferimento per quanti si applicheranno agli studi sulle immigrazioni albanesi e alla formazione delle prime comunità in Italia e tra queste, la più significativa per prestigio culturale, San Demetrio Corone.
Nei primi capitoli l’Autore ricostruisce per linee generali la situazione dell’Italia meridionale e dell’Albania alla vigilia della dominazione turca.
Appaiono evidenti alcuni elementi, quali la struttura tribale della società, i costumi retti da un corpo di leggi consuetudinarie, la mancanza di un monarca, accettato dai diversi principi quale rappresentante dell’unità del Paese.
I capitoli successivi descrivono le migrazioni albanesi verso il Peloponneso che precedono quelle successive alla morte di Skanderbeg.
Lo storico spiega la presenza rilevante di Albanesi in Grecia, la loro utilizzazione da parte dei veneziani a presidio degli avamposti fortificati della Serenissima e l’abilità militare della cavalleria degli Stradiotti.
La lunga permanenza di Albanesi in Grecia fa capire l’importanza deH’arrivo in Calabria nel sedicesimo secolo di Albanesi greci e la loro capacità di assumere un ruolo dirigente nella comunità arbèreshe.
Le pagine su Skanderbeg, dell’Albania dopo la morte del condottiero, precedono l’esame del primo nodo storiografico rappresentato dalla vicenda di Demetrio Reres e dei suoi mercenari.

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